Volete sapere qual è la caratteristica del Maestro Francesco Saguatti che più mi colpì all'inizio della sua esperienza con noi? Sicuramente la sua calma durante le esecuzioni... tale proposito ricordo la sua prima direzione alla Rassegna Corale dell'ottobre 1989: appena salito sul palco e constatata la nostra tensione, ci ha guardato tutti uno ad uno, poi sorridendo ci ha detto "ahò, dobbiamo soltanto cantare".È evidente anche la sua grande passione per la musica sacra (dal gregoriano ai contemporanei, compreso lui), patrimonio importantissimo della cultura universale, oltre alla cura con la quale predispone i brani per le numerose liturgie che abbiamo animato, memore del detto di Sant'Agostino "Chi canta prega due volte". Per questo si possono perdonare alcune sbavature liturgiche.Ma è soprattutto nei Concerti di Natale che si esprime la grandezza del nostro Maestro. Chi mai avrebbe potuto immaginare che da un coro di puri dilettanti uscissero splendide esecuzioni con brani anche molto impegnativi di famosissimi autori? Chi può dimenticare le opere complete di Mozart, Rossini, Gounod, Puccini? E i difficili ma bellissimi brani sacri di Bach, Handel, Schubert e Mendelssohn. Per questo si può ben dire che la Corale Puccini è diventata uno dei più importanti patrimoni culturali di cui i sassolesi vanno fieri.
Caro maestro, "ad multos annos". Continua così e con tanta passione porta la gloriosa Puccini ai 100 anni. Te lo augurano di cuore tutti i coristi della sezione "vil razza dannata". 

 Giuseppe Tazioli tenore


A volte ci guardiamo e ci diciamo che siamo una corale di diversamente giovani
ed è probabilmente vero specialmente se si guardano le foto riprese dall'alto dove bianco e lucido ci danno la giusta idea dell'inesorabile trascorrere del tempo. Ma guardiamo meglio nel profondo e cerchiamo di capire come stanno realmente le cose. Evidentemente la cura ultra decennale propinataci da Saguatti ha dato i suoi effetti perché, invece che brontolare per un brano ricco di difficoltà musicali, ci siamo abituati ad affrontarlo con determinazione ed impararlo in tempi a volte veramente sorprendenti. Quanti sono i cori di dilettanti come noi che possono proporre in giro un programma talmente vasto da poter assecondare qualunque richiesta ci venga posta sia essa cerimoniale, celebrativa, sacra, profana, lirica? Possiamo vantarci di essere stati i primi in provincia ad affrontare il Requiem di Mozart, quello di Fauré, di Rutter. I primi ad eseguire la Messa di Gloria di Puccini, la Messa di Santa Cecilia di Gounod e il Magnificat di Bach. E che dire dei compositori tipo Poulenc, tanto caro al maestro, che producono musica piena di dissonanze che sembrano stonature ma che noi tranquillamente impariamo? E il rapporto con le lingue straniere? Di fronte al giapponese, tedesco e russo ci sembrano quasi facili anche l'inglese, il francese e lo spagnolo che pochi di noi conoscono. Per non parlare del ritmo.
Se qualcuno avesse detto a noi bassi (notoriamente vocalmente lenti) che
avremmo imparato una parte solistica sincopata, certamente avrebbe suscitato la nostra ilarità: eppure ora il brano è tranquillamente in programma. Morale della favola, Francesco ci ha allenati ad avere una tale apertura mentale che difficilmente ci arrendiamo e superiamo qualunque ostacolo.
Vogliamo parlare del maestro in veste di compositore e arrangiatore? Non si contano i brani che ha scritto e le occasioni che lo hanno ispirato a volte a dedicare musica a persone che non ci sono più. Quando però si imparano i suoi brani dobbiamo essere assolutamente pronti a tutto perché è "work in progress", parolaccia che vuole dire che ad ogni prova cambia qualcosa nella partitura e guai a non ricordarlo la volta dopo. Dicono che i compositori sono tutti così... sarà, ma che fatica!
Volete sapere che cosa succede in sede nelle serate di prova? Alle 21 (più o meno in punto) Enrico distribuisce le nuove partiture (chi sta a casa per oltre una settimana si perde metà repertorio), le sezioni femminili (guarda caso) seguono il maestro nella sala attigua mentre quelle maschili rimangono affidate alla pazienza di Simone che insegna le parti alle singole sezioni tra le quali nasce spesso la simpatica competizione su chi è più veloce ad imparare.
La pausa delle 22,15 è spesso destinata (per non perdere il vizio) a veloci rinfreschi per compleanni e ricorrenze ed alle 22,30 non manca la prova di assieme che stabilisce chi ha imparato meglio, generando a volte battibecchi circa l'imparzialità del maestro che risolve il problema con autorevolezza: buoni, altrimenti ho pronto un brano di Poulenc. E tanto basta.
E che qualcuno mi venga a dire che in corale ci si annoia..

 Stefano Tosi basso


Essere diretti dal Maestro Saguatti è certamente un privilegio: ha la straordinaria
capacità di tenere unito da oltre 25 anni un gruppo di persone così eterogeneo che più non si può! Pensionati, casalinghe, consulenti del lavoro, insegnanti, commercianti, colonnelli, avvocati, agenti di commercio, imprenditori, studenti, commesse, tutti uniti dalla passione per il canto. Anche se i suoi metodi a volte non sono molto ortodossi, è impossibile non affezionarsi a questo Bud Spencer che quando sale sulla pedana del direttore hai sempre il terrore che voli chissà dove! Personalmente più di una volta, vista la mia posizione quasi centrale nello schieramento del coro, ho dovuto cantare evitando (come in un duello con le spade) le sue manone che svolazzavano qua e là armate di bacchetta. Perlomeno sono stata più rapida di quella povera creatura che subì il lancio degli spartiti direttamente sulla testa. Lui è fatto così: ma è impossibile non volergli bene.

Chiara Maestri soprano

Mi è stato chiesto di rispondere alla domanda: chi è il maestro Francesco Saguatti e dopo una breve riflessione la risposta mi è chiara: PASSIONE, PASSIONE e PASSIONE. Passione che si può tranquillamente declinare in tante sfumature quali professionalità, autorevolezza, decisione, positività, amore (per la vita, per la famiglia, per il cibo, per la squadra del cuore), pazienza, fede, ottimismo, irruenza, responsabilità, gioia, generosità, tutti aspetti che ritroviamo sia nella gestione del coro in quanto istituzione che della corale in quanto persone che la compongono, sia nell'ambito dell'esercizio della sua funzione di maestro che di compositore ed esecutore.Insomma sa capire cosa è in grado di fare col suo coro e considerando che la sezione dei bassi smazzola con violenza, che la sezione dei soprani ha gli stessi suoni di una sirena spompa e la stessa tenuta delle sfiatate di Messina, che la vil razza dannata dei tenaur sono così lenti che per terminare il concerto di Natale arrivano a S. Stefano e che i contralti hanno un suono tanto intonato, preciso, con fiato e con tanta grinta da fargli venire la fibrillazione atriale... beh direi che sa proprio fare le nozze con i fichi secchi! Mia mamma, assidua spettatrice dei nostri concerti, dice che quando cantiamo emaniamo tranquillità, impegno e allegria e che si vede che siamo un gruppo affiatato e che rema nella stessa direzione che è quello di far star bene e acculturare chi si incontra nella e con la musica. Lunga vita alla Corale Giacomo Puccini e al noster mester!

Samantha contralto

Quando l'ho visto per la prima volta in Corale, dove ero andata per provare a cantare, mi ha fatto paura. Carismatico, preparato, esigente, sapeva perfettamente come guidare le voci di un coro, ma metteva in soggezione. Poi conoscendolo si è rivelato per la persona di enorme valore quale è: musicalmente competente e sensibile, quando dirige è serio e vuole solo far emergere il meglio dalle voci e dagli strumenti.Sono entrata nella sua vita due anni dopo, nel 1994, e mi piace pensare che il nostro amore gli sia stato di ispirazione per le tante composizioni che da allora hanno preso forma. Mi ha sempre affascinato come da strani e disarmoniosi accordi provati e riprovati sul pianoforte di casa potessero poi nascere capolavori musicali, perfettamente equilibrati o dissonanti, emozionanti o commoventi, ma tutti di enorme effetto quando le voci del coro si fondono. Devo dire che, data la costanza e la puntigliosità con cui mette a punto le parti, quando presenta un brano, io in effetti lo so già cantare!L'impegno che profonde nella musica è evidente nelle sue composizioni: è sempre stato il suo modo per parlare alle persone e per diffondere bellezza attraverso i suoni. Mi è già capitato che colleghe o conoscenti sgranassero gli occhi quando capiscono che sono sposata con il Saguatti dell'"Alleluja di Saguatti". E sono fiera di lui, perché so che ha creato qualcosa di musicalmente unico, apprezzato, conosciuto e cantato da tanti: un brano che è diventato un bene comune.Sono davvero molto orgogliosa di avere accanto un marito, un padre e un musicista meraviglioso!

Francesca Levoni  

Francesco Saguatti
Musicista,direttore di coro
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