Nato a Modena nel 1960, ha compiuto gli studi musicali presso l'Istituto "O. Vecchi" di Modena sotto la guida di Mirella Gollini per pianoforte, di Isacco Rinaldi, Giovanni Indulti e Paolo Marenzi per composizione e organo, e in seguito di Padre Pellegrino Santucci, al Conservatorio "L. Cherubini" di Firenze, dove si è diplomato in Musica corale e Direzione di coro. Dal 1980 al 1988 è stato maestro collaboratore della Corale "G.Rossini" di Modena con la quale ha partecipato, come direttore, a prestigiosi eventi quali l'elaborazione e l'incisione del canto "La Ghirlandeina" inserita da Luciano Pavarotti nel disco "Mamma", con l'orchestra guidata da Henry Mancini ed il "Concerto Mariano" nel Duomo di Modena con il celebre soprano Raina Kabaywanska. Di professione funzionario di banca, ora prensionato, ha sempre coltivato la sua passione per la musica sia come direttore e compositore sia come elaboratore, maestro collaboratore e accompagnatore in teatro. Dal 1989 al 2023 è stato alla guida della Scuola Corale "G. Puccini" di Sassuolo, con la quale ha allestito e diretto, in collaborazione con prestigiosi gruppi orchestrali, le più importanti opere sacre sinfonico-corali. Per l'anniversario dei suoi trent'anni di direzione, festeggiati nel 2019, la Scuola Corale "G. Puccini" di Sassuolo ha raccolto in un libro celebrativo dal titolo "Creazioni Corali" le sue composizioni, le armonizzazioni e gli arrangiamenti corali di musica sacra, profana e per voci bianche; oltre 400 pagine di spartiti musicali, ricordi, fotografie e aneddoti. Per diversi anni è stato consulente musicale e maestro del Grande Coro, nato dall'unione dei tre più antichi gruppi corali del modenese, per il "Festival Internazionale delle Bande Militari". Dal 1990 al 1994 è stato organista e vice-maestro di cappella del Duomo di Modena e ha al suo attivo numerose trascrizioni ed elaborazioni di musica corale nonché diverse composizioni sacre per coro a cappella. Nel mese di Settembre 2023 è stato nominato coordinatore delle attività musicali del Duomo di Modena e direttore del coro della cattedrale.

Curriculum


Febbraio 1984
Febbraio 1984

Era il novembre del 1983 quando, giovane studente di Conservatorio e collaboratore della Corale Rossini, ricevetti da Luciano Pavarotti, amico di mio padre, la richiesta di mettere su carta pentagrammata la canzone in dialetto La Ghirlandeina che i modenesi cantavano, abbinandola alla musica di una celebre 'canta romagnola' di Martuzzi.

Rimasi entusiasta della proposta e lavorai intensamente per fornire al più presto il mio primo lavoro musicale importante.Dopo alcuni giorni mi presentai a villa Pavarotti, consegnando alla signora Adua, moglie del tenore, il manoscritto dell'elaborazione musicale per solista, coro e pianoforte.

Nel gennaio dell'anno successivo, mentre il grande tenore era a Ginevra per incidere il disco Mamma con gli arrangiamenti orchestrali del famoso Henry Mancini, invitarono un gruppo di coristi della Rossini da me istruiti e diretti per registrare la canzone modenese.

L'emozione fu grande: eravamo schierati dietro l'orchestra della Svizzera Romanza e io, davanti al coro, dovevo riportare il tempo del direttore d'orchestra per far si che la sincronia fosse perfetta: gli ingegneri del suono inglesi, dopo aver ultimato i controlli sui volumi, ci diedero il via e noi intonammo il ritornello a voci scoperte senza orchestra.
Tutto procedeva al meglio, ma quando Luciano intonò "Cuma t'è bèla, chèra Ghirlandèina", le mie gambe cominciarono a tremare; non lo avevo mai sentito cantare dal vivo e la sua emissione vocale così potente, la sua voce così calda e cristallina mi avevano provocato un choc incredibile, da perdere i sensi.
Fortunatamente "ripresi conoscenza" e portai a conclusione l'incisione con piena soddisfazione del maestro e di tutto il suo staff.

Nei mesi successivi, a causa di una indisposizione del maestro di Pavarotti, fui convocato per accompagnarlo al pianoforte nel ripasso dell'opera Norma di Bellini, che, a breve, avrebbe dovuto incidere e partecipai all'incisione di un'altra canzone popolare modenese la Giana, che il tenore volle registrare assieme a suo papà Fernando, ma che non fu mai pubblicata e giace tuttora negli archivi della Decca.
Collaborai ancora con il grande maestro nell'aprile del 1986, in occasione della Bohéme celebrativa del 25° anniversario del suo debutto e negli anni seguenti i contatti furono soprattutto con suo papà Fernando, che accompagnavo all'organo in occasione di matrimoni e con il quale nel 1990 incidemmo un CD di musiche da cerimonia.

L'ultimo contatto che ho avuto con "Big Luciano" è stato telefonico, nell'aprile 2007 quando rispose in dialetto alla mia domanda sulla sue condizioni con queste laconica frase: "C'sa vot mai, a sun ch'è c' aspèt ed murir".



Francesco Saguatti
Musicista,direttore di coro
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